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Alimentazione, Nutrienti

L'Impatto delle Fonti di Fibra sulla Funzione Digestiva, il Microbiota Fecale e la Risposta Immunitaria nei Cani Adulti.


mercoledì 19 febbraio 2025


L'Impatto delle Fonti di Fibra sulla Funzione Digestiva, il Microbiota Fecale e la Risposta Immunitaria nei Cani Adulti

Numerosi studi hanno dimostrato come la fibra alimentare abbia un ruolo fondamentale sulla saluta intestinale e sul microbiota.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha posto sempre di più l'attenzione al microbiota intestinale e alla sua possibile modulazione attraverso l'alimentazione


La fibra alimentare comprende una varietà di composti non digeribili dall'intestino tenue dei mammiferi, ma fermentabili nel colon, che è in grado di influenzare positivamente la crescita di specifiche popolazioni batteriche, contribuendo alla salute generale dell'ospite.

Questi composti non sono tutti uguali, ma presentano proprietà differenti come la solubilità, la viscosità e la fermentescibilità che possono influenzare il loro comportamento e la loro funzione all'interno dell'intestino.

Proprio per questa ragione, la scelta delle fonti e della tipologia della fibra da inserire in un piano nutrizionale risulta cruciale per riuscire ad ottenere i risultati desiderati.

In genere, la fibra insolubile, come la cellulosa, aumenta il volume fecale, creando un effetto di massa, mentre la fibra solubile riduce il contenuto di sostanza secca a causa della sua elevata capacità di trattenere l'acqua.

Pertanto, spesso, la combinazione di fibre solubili e insolubili è consigliata per ottenere una forma fecale appropriata, una consistenza e un punteggio fecale ottimale.

Inoltre, le varie fonti di fibra possono anche contenere diverse molecole bioattive potenzialmente benefiche per la salute.

Un recente studio si è posto l'obiettivo di valutare l'impatto sulla funzione digestiva, sul metabolismo dei lipidi, sulla fermentazione intestinale e sulla tassonomia del microbiota intestinale delle fibre derivanti dai cereali (maggiormente ricchi di inulina) e di quelle della frutta (più ricche in pectine).

Lo studio ha coinvolto 12 cani Beagle adulti (6 maschi e 6 femmine), suddivisi in tre gruppi che sono stati alimentati con tre diversi tipi di diete.

Ogni gruppo ha assunto ciascuna dieta in un disegno crossover a tre periodi, ognuno della durata di 6 settimane (una di transizione alla nuova dieta, quattro settimane di adattamento e una per il campionamento).

Durante l'ultima settimana di ciascun periodo, sono stati raccolti campioni fecali e di sangue per analisi della Digeribilità dei nutrienti, Microbiota fecale (attraverso sequenziamento del DNA 16S rRNA), Acidi grassi a catena corta (SCFA), Profilo lipidico e parametri immunitari.

Inoltre, durante la settimana di campionamento, è stato valutato il fecal score più volte al giorno.

Le tre diverse diete erano diete commerciali estruse secche con le seguenti caratteristiche:
1. Dieta di controllo a basso contenuto di fibra (CTR): dieta con un livello ridotto di fibra totale (5,7%).
2. Dieta arricchita con fibra derivata da cereali (BRA): stessa dieta ma integrata con crusca di grano, crusca d'avena, fibra d'avena e polpa di barbabietola (fibra totale 12,0%).
3. Dieta arricchita con fibra derivata da frutta (FRU): stessa dieta ma integrata con polpa di agrumi, fibra di mela, scorza d'arancia, bucce di melograno e cellulosa (fibra totale 12,2%).

Inoltre, in entrambe le diete fibrose sono stati inclusi allo stesso dosaggio (0,5%) i fruttooligosaccaridi (FOS), come fonte purificata di fibra solubile.

La polpa di agrumi e la scorza di arancia sono state scelte per la loro elevata fermentescibilità e la loro capacità di indurre un elevata produzione di SCFA nonché per la loro ricchezza in polifenoli.

La buccia di melograno, invece, è stata scelta per l'elevato contenuto in ellagitannini, polifenoli con un potere antiossidante.

L'avena risulta essere un alimento ricco in fibre solubili, in particolare beta glucani, che hanno mostrato proprietà immunomodulatorie ed effetti ipolipemizzanti nel plasma dei cani.

La polpa di barbabietola e la cellulosa sono state inserite per garantire un livello costante di fibra alimentare e un rapporto tra fibra solubile e insolubile equivalente.

Le diete presentavano i seguenti tenori analitici sul tal quale:
- Dieta di controllo (CTR): 5,7% fibra totale, di cui 1,4% solubile e 5,8% insolubile.
- Dieta con fibra derivante dai cereali (BRA): 12,0% fibra totale, di cui 1,1% solubile e 10,3% insolubile. Ingredienti principali: crusca d'avena (6%), crusca di frumento (10%), polpa di barbabietola (5,5%).
- Dieta con fibra derivante dalla frutta (FRU): 12,2% fibra totale, di cui 1,3% solubile e 10,6% insolubile. Ingredienti principali: fibra di mela (3,5%), polpa di agrumi (5%), scorza di arancia (0,6%) bucce di melograno (0,5%), cellulosa (2,5).

La razione giornaliera è stata offerta individualmente una volta al giorno al mattino ed è stata calcolata in base al fabbisogno energetico del singolo cane. Sono stati poi effettuati, se necessari, successivi aggiustamenti alla razione ogni due settimane per garantire il mantenimento del peso corporeo.

I risultati sulla condizione fecale e la digeribilità hanno mostrato che le diete BRA e FRU hanno indotto un aumento della massa fecale e ridotto la materia secca fecale rispetto alla dieta CTR, ma senza alterare la consistenza delle feci, che è rimasta entro i valori ottimali (2-3 su una scala da 1 a 7).

Questo risultato mostra come, nonostante le diete arricchite di fibre impattino sul volume fecale e sulla sostanza secca, i punteggi fecali possano rimanere invariati con un aumentato introito di fibre e che, quando viene utilizzata la giusta combinazione di fibre, è possibile aumentare la fibra alimentare dal 6% al 12% senza influenzare la qualità fecale.

La digeribilità apparente della sostanza secca, di quella organica e dell'energia lorda è risultata inferiore con le diete BRA e FRU rispetto alla CTR, con una riduzione significativa di:
- Materia organica: circa -5%.
- Proteine: -2% circa per la dieta con cereali e -4% per la dieta con frutta. Tuttavia, quando i valori di digeribilità apparente venivano corretti per l'azoto microbico (stimato dalle basi puriniche), la dieta BRA non mostrava differenze rispetto alla dieta CTR mentre la dieta FRU presentava ancora una riduzione del 3% circa.
- Lipidi: diminuzione osservata solo con la dieta BRA (-1%).

La digeribilità delle fibre insolubili è stata inferiore per entrambe le diete arricchite rispetto alla CTR, con differenze più marcate per la cellulosa nella dieta FRU.

I livelli di energia metabolizzabile (ME) stimati dalle equazioni FEDIAF erano molto simili tra le diete fibrose ma inferiori rispetto alla dieta CTR.

È risaputo che uno degli svantaggi delle fibre alimentari è il loro potenziale effetto negativo sulla digeribilità dei nutrienti, tuttavia, i risultati di questo studio, mostrano come un aumento moderato di fibra renda l'impatto sul valore nutritivo della dieta accettabile alla luce degli effetti benefici che la fibra apporta.

Inoltre, l'apparente digeribilità delle proteine potrebbe essere stata influenzata da un'attività proteolitica variabile del microbiota intestinale. I batteri proteolitici sembrano utilizzare parte delle proteine non digerite della dieta formando urea.

È stato dimostrato che l'inclusione di fibre fermentabili nella dieta promuove la crescita di popolazioni batteriche saccarolitiche a spese dei batteri proteolitici e i risultati di questo studio sembrano confermare che le diete integrate con fibre, riducendo le concentrazioni di BCFA nelle feci, riducano l'attività proteolitica.

Questo fatto è stato particolarmente evidente nella dieta FRU.

Infatti, l'analisi del microbiota fecale e della produzione di SCFA ha mostrato che le diete arricchite in fibra hanno aumentato i livelli totali di SCFA rispetto alla dieta di controllo, con un incremento significativo di acetato per la dieta con cereali e una tendenza all'aumento per il butirrato per la dieta con frutta.

Entrambe le diete hanno ridotto le concentrazioni di acidi grassi a catena ramificata (BCFA), indicando una minore fermentazione proteica, e hanno mostrato un impatto differenziale sul microbiota con aumento degli indici di ricchezza.

Inoltre, la dieta BRA ha indotto un aumento della diversità alfa, con crescita di batteri benefici come Lachnospira, Bifidobacterium e Faecalibacterium mentre la dieta FRU, nonostante una minor diversità microbica ha indotto un aumento di Megamonas e Fecalibacterium, batteri associati a una migliore salute intestinale.

L'analisi dei profili biochimici del siero hanno mostrato che entrambe le diete arricchite hanno ridotto i livelli di colesterolo e trigliceridi rispetto alla dieta di controllo, ma la dieta arricchita di fibra derivante dalla frutta ha agito soprattutto sul colesterolo mentre l'altra sui trigliceridi.

L'urea, invece, era significativamente più bassa con la dieta FRU rispetto alla dieta CTR, con la dieta BRA che mostrava livelli intermedi.

Infine, l'esame emocromocitometrico non ha evidenziato differenze significative tra le tre diete, anche se sono state osservate alcune differenze in termini di formula leucocitaria: la percentuale di linfociti ha mostrato valori più alti con la dieta FRU rispetto alla dieta BRA.

I risultati di questo studio evidenziano e confermano l'importanza della scelta delle fonti di fibra nelle diete per cani, poiché queste influenzano in modo diverso il microbiota intestinale, la fermentazione e i parametri metabolici e immunitari.

Le fibre da cereali (BRA), ad esempio, promuovono una maggiore diversità microbica e livelli più alti di SCFA, mentre le fibre da frutta (FRU) apportano benefici immunitari grazie ai polifenoli.

Entrambe le diete possono essere utili per migliorare la salute intestinale, a seconda delle esigenze specifiche, e offrono benefici distinti e complementari.

BIBLIOGRAFIA:
Miquel Montserrat-Malagarriga , Lorena Castillejos, Anna Salas-Mani, Celina Torre, Susana M Martín-Orúe. The Impact of Fiber Source on Digestive Function, Fecal Microbiota, and Immune Response in Adult Dogs. Animals (Basel), 2024 Jan 7;14(2):196. doi: 10.3390/ani14020196. FULL TEXT OPEN ACESS.


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