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Relazione tra condizione corporea e aspettativa di vita nei cani: un buon argomento per far ragionare i proprietari.


mercoledì 31 maggio 2023


Relazione tra condizione corporea e aspettativa di vita nei cani: un buon argomento per far ragionare i proprietari

L'obesità, che dovrebbe essere considerata una vera e propria patologia, è caratterizzata da un'espansione del tessuto adiposo bianco a cui consegue un aumento della produzione di citochine pro-infiammatorie e proteine di fase acuta. Questo aumento causa un'infiammazione sistemica cronica di basso grado che sembra sia la principale causa del legame tra obesità, insulino-resistenza e sindrome metabolica

Infatti, numerosi studi dimostrano come il sovrappeso sia tra i fattori predisponenti per lo sviluppo del diabete sia nei cani che nei gatti.

Tuttavia, i cani in sovrappeso o obesi non hanno un rischio maggiore di sviluppare solo il diabete, ma anche numerose altre patologie come malattie ortopediche, patologie respiratorie e cardiovascolari e, addirittura, alcuni tipi di neoplasie.

La maggior parte dei proprietari sottovaluta l'importanza di mantenere il proprio animale nel suo peso forma e, nonostante il veterinario gli spieghi i rischi connessi al sovrappeso, non si impegnano per far dimagrire il loro cane.

Ciò che non sanno, e che forse potrebbe convincerli ad intraprendere un percorso per far perdere peso al loro animale, è che esistono degli studi che dimostrano come il sovrappeso riduca l'aspettativa di vita anche nei cani.

Il primo studio che ha messo in relazione la durata di vita dei cani con la loro dieta e la loro condizione corporea, risale al 2002 ed è stato effettuato su 48 Labrador Retriver.

I cani dello studio sono stati accoppiati e un cane di ogni coppia è stato alimentato con il 25% di cibo in meno rispetto all'altro dalle 8 settimane di vita fino alla morte.

Tutti i cani sono stati sottoposti costantemente ad analisi biochimiche del siero, ad una visita clinica in cui veniva valutata la condizione corporea, la massa corporea magra e grassa e sono state registrate le età in cui insorgevano malattie croniche e la durata di vita mediana (età in cui il 50% dei cani è deceduto) e massima (età in cui il 90% dei cani è deceduto).

Per l'esattezza, a partire dalle 8 settimane di vita un cane di ogni coppia è stato alimentato ad libitum fino a poco più di tre anni, mentre l'altro cane della stessa coppia veniva alimentato somministrandogli il 75% della quantità di cibo che aveva consumato il compagno di coppia il giorno precedente.

Tutti gli animali assumevano lo stesso cibo.

Superati i 3 anni di età è stata sospesa l'alimentazione ad libitum e ai cani che l'avevano assunta fino a quel momento è stata somministrata per il resto della vita una dieta che apportava 62,1 kcal per ogni chilo di peso corporeo ideale dell'animale e il gruppo di questi Labrador è stato definito come "gruppo ad alimentazione controllata".

Ai corrispettivi compagni di coppia, che già avevano ricevuto una restrizione calorica, è stato invece somministrato lo stesso cibo con una riduzione del 25% nella quantità e sono stati inseriti nel gruppo definito "ad alimentazione limitata".

I risultati dello studio hanno mostrato come la durata di vita mediana dei cani inizialmente alimentati ad libitum era significativamente inferiore rispetto a questa dei labrador sottoposti costantemente ad una restrizione calorica. Nel primo gruppo l'età mediana di decesso è stata di 11,2 anni contro i 13 dell'altro gruppo.

Inoltre, i cani del gruppo ad alimentazione controllata presentavano un punteggio medio di BCS significativamente più alto rispetto ai soggetti appartenenti al gruppo ad alimentazione limitata e il peso corporeo medio di questi ultimi era, in media, inferiore del 26% rispetto al peso medio dei compagni di coppia che ricevevano l'alimentazione controllata.

Anche l'analisi degli esami sierici di colesterolo, di trigliceridi, di t3 e dei parametri per il test di tolleranza al glucosio per via endovenosa, ha mostrato valori medi più elevati nel gruppo ad alimentazione controllata rispetto a quello ad alimentazione limitata.

Per le malattie croniche che hanno sviluppato i cani con l'invecchiamento la più comune è stata l'osteoartrite che ha colpito ben 43 cani. Di questi ultimi 35 (19 del gruppo ad alimentazione controllata e 16 nel gruppo ad alimentazione limitata) hanno richiesto un trattamento, ma con una differenza sostanziale: l'età a cui è stato necessario iniziare il primo trattamento.

Per i cani del gruppo ad alimentazione controllata essa variava tra i 6,8 e i 12,9 anni contro i 7,9-14,1 anni del gruppo ad alimentazione ristretta.

Tutti questi dati mettono in evidenza come la dieta possa incidere non solo sulla qualità di vita dei cani, ma anche sulla sua durata.

Se il numero ridotto di cani inseriti in questo studio potrebbe essere "utilizzato" per metterne in dubbio la veridicità su larga scala, si può prendere in considerazione un altro studio pubblicato nel 2018 effettuato su oltre 51 mila cani di razza, di mezza età, sterilizzati e di proprietà di clienti che frequentavano una rete di circa 900 ospedali veterinari in tutto il Nord America.

Esso è uno studio retrospettivo e osservazionale, con tutti i limiti che ne derivano, ma dovrebbe essere utilizzato come importante spunto di riflessione.

I cani inclusi nello studio appartenevano a 12 razze differenti ed erano animali che, in un'età compresa tra i 6,5 e gli 8,5 anni, erano stati identificati come animali normopeso o in sovrappeso.

I cani erano poi stati divisi, in base alla razza e al sesso, in diversi gruppi e per ognuno di questi erano stati creati due sottogruppi, uno in cui rientravano i cani normopeso e un altro per i soggetti in sovrappeso.

L'obiettivo di questo studio era quello di esaminare gli effetti del sovrappeso sulla durata di vita, in cani di mezza età sterilizzati.

A seguito di un'importante pulizia dei dati, per ridurre al minimo il rischio di errori statistici, il numero mediano di cani disponibili per le previsioni di probabilità di sopravvivenza era di 3865 mentre il numero mediano di cani con data di morte nota era di 911.

Essi sono stati poi utilizzati per effettuare le previsioni di sopravvivenza e valutare i rapporti di rischio legati al sovrappeso.

I risultati hanno evidenziato come la condizione di sovrappeso sia associata ad una vita più breve in tutte le 12 razze studiate, anche se l'entità dell'effetto variava a seconda della razza.

Infatti, la riduzione stimata della durata di vita mediana per il gruppo in sovrappeso rispetto al gruppo normale variava dai 5 mesi, per i cani maschi pastori tedeschi, ai 2 anni e 6 mesi per gli yorkshire terrier maschi.

Gli autori dell'articolo spiegano bene i limiti dello studio e sottolineano come, essendo esso retrospettivo e osservazionale, sia impossibile concludere con certezza che ci sia un rapporto causa-effetto tra sovrappeso e durata di vita e determinare le possibili ragioni dell'associazione tra di essi.

Tuttavia gli autori sottolineano come questo studio, associato a quello precedente effettuato sui Labrador Retriever, dovrebbe essere utilizzato dai veterinari nei colloqui con i proprietari dei nuovi cuccioli per evidenziare il rischio che il sovrappeso rappresenta per la salute e l'importanza della prevenzione, nonché con i proprietari di cani già obesi per convincerli nell'attuare un programma di dimagrimento controllato dei loro animali.

BIBLIOGRAFIA:
- Richard D Kealy, Dennis F Lawler, Joan M Ballam, Sandra L Mantz, Darryl N Biery, Elizabeth H Greeley, George Lust, Mariangela Segre, Gail K Smith, Howard D Stowe. Effects of diet restriction on life span and age-related changes in dogs. J Am Vet Med Assoc. 2002 May 1;220(9):1315-20.  doi: 10.2460/javma.2002.220.1315.
- Carina Salt, Penelope J Morris, Derek Wilson, Elizabeth M Lund, Alexander J German. Association between life span and body condition in neutered client-owned dogs. J Vet Intern Med. 2019 Jan;33(1):89-99. doi: 10.1111/jvim.15367


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