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Alimentazione, Nutrienti

Scopriamo qual è l'impatto ambientale delle diete per cani e gatti.


mercoledì 5 giugno 2024


Scopriamo qual è l'impatto ambientale delle diete per cani e gatti

Il 5 giugno viene celebrata la Giornata Mondiale dell'Ambiente, una festività proclamata nel 1972 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, e per questa occasione, poiché grazie al nostro lavoro, molti nutrizionisti del cane e del gatto possono formulare le diete per i loro pazienti, abbiamo raccolto un po' di informazioni per meglio comprendere l'impatto sull'ambiente delle diete dei nostri animali

Per scrivere questo articolo ci siamo riferiti allo studio pubblicato il 17 novembre 2022 su nature.com dal titolo "Environmental impact of diets for dogs and cats". L'articolo è open access e il link viene riportato in bibliografia.

La produzione alimentare è responsabile di quasi un quarto dell'impatto ambientale e, pertanto, la sua importanza in termini di sostenibilità non va trascurata. La popolazione degli animali da compagnia è in aumento e una parte importante del cibo per animali domestici è composta da ingredienti ad alto impatto ambientale. Lo studio a cui ci siamo riferiti ha valutato l'impatto delle diete secche, umide e casalinghe per animali domestici in termini di emissioni di gas serra, utilizzo del suolo, emissioni acidificanti, emissioni eutrofizzanti, prelievi di acqua dolce e uso ponderato dell'acqua. Tuttavia, in questo articolo, ci siamo soffermati solo sulla sostenibilità delle diete per cani e gatti in termini di emissioni di gas serra.

Le diete umide sono risultate quelle con il maggior impatto ambientale, mentre le diete secche sono risultate quelle con il minor impatto.

Lo studio ha preso in esame in totale 938 diete, 618 per cani (316 commerciali secche, 81 commerciali umide, 221 diete casalinghe prese da siti web o elaborate da veterinari) e 320 per gatti (180 commerciali secche, 104 commerciali umide, 37 diete casalinghe prese da siti web o elaborate da veterinari) ed è stato condotto in Brasile, una delle tre nazioni al mondo con la più alta popolazione canina, assiema a Cina e Stati Uniti. In Brasile, secondo un censimento nazionale del 2013, la popolazione canina ha superato il numero dei bambini.

Una meta-analisi sull'impatto del cibo, che ha incluso 38.700 fattorie e 119 paesi, ha osservato che la produzione alimentare è responsabile del 26% delle emissioni totali di gas serra antropogenici (GHG). Secondo gli autori, la produzione animale, compresi i pesci, è responsabile del 31% delle emissioni di GHG, mentre le colture sono responsabili del 27%. L'uso del suolo corrisponde al 24% delle emissioni, di cui il 16% è legato alla produzione animale e l'8% alle colture. La Food and Agriculture Organization (FAO) stima che il 50% delle terre abitabili e il 70% dei prelievi di acqua dolce sono utilizzati per l'agricoltura.

I gas serra (GHG) sono sostanze gassose che costituiscono l'atmosfera e possono essere naturali o antropogenici, che assorbono la radiazione emessa dalla superficie terrestre. Essi impediscono la perdita di calore verso lo spazio, mantenendo la superficie terrestre potenzialmente più calda e, quindi, possono causare alterazioni dell'equilibrio atmosferico.

Poco si sa riguardo all'impatto dell'alimentazione delle popolazioni canine e feline. Uno studio condotto in Giappone ha osservato che l'impronta ecologica di un cane può essere simile a quella di un cittadino giapponese. Negli Stati Uniti, un altro studio ha osservato che la popolazione canina era responsabile tra il 25 e il 30% dell'impatto della produzione animale riguardo all'uso del suolo, dell'acqua e dei combustibili fossili. Uno studio recente ha stimato l'impronta ecologica globale del cibo per animali domestici basato su diete secche provenienti dagli Stati Uniti e ha osservato che il cibo per animali domestici potrebbe essere responsabile fino al 2,9% delle emissioni di CO2eq.

Pertanto, lo scopo dello studio era di valutare l'impatto ambientale dei diversi tipi di diete per cani e gatti in Brasile, poiché è tra i primi paesi per quanto riguarda la popolazione canina e felina ed è rappresentativo in uno scenario di impatto ambientale globale.

Sulle etichette dei mangimi industriali o sui siti web sono stati trovati un totale di 212 ingredienti, di cui il 46,2% di fonti animali (n = 98/212) e il 53,8% di fonti vegetali (n = 114/212). Gli ingredienti delle diete commerciali umide e secche erano il 49,5% di fonti animali (n = 47/95 ingredienti elencati) e il 50,5% di fonti vegetali (n = 48/95), mentre gli ingredienti delle diete casalinghe erano il 45,3% di fonti animali (n=68/150 ingredienti elencati) e il 54,7% di fonti vegetali (n=82/150). I cinque ingredienti più comuni nelle diete commerciali secche e umide erano la farina di sottoprodotti del pollame (utilizzata in 488 diete), il grasso di pollame (in 478 diete), la farina di mais integrale (in 355 diete), il riso (in 342 diete) e la barbabietola (in 316 diete). I cinque ingredienti più comuni nelle diete fatte in casa erano carota cotta (in 134 diete), zucca cotta (in 79 diete), patata dolce cotta (in 77 diete), zucchine cotte (in 74 diete) e chayote cotto (in 73 diete).

Per tutte le variabili di impatto ambientale valutate, le diete umide hanno rappresentato un impatto significativamente maggiore sull'ambiente, sia per i cani che per i gatti. Nella maggior parte dei casi, le diete secche sono state responsabili di un impatto ambientale inferiore rispetto agli altri tipi di diete. Per quanto riguarda le diete casalinghe, l'impatto ambientale è stato intermedio tra le diete umide e quelle secche.

Considerando un cane di 10kg, con un apporto calorico medio di 534kcal al giorno, è possibile stimare il consumo annuo di calorie e, quindi, l'impatto ambientale annuo. Se consideriamo i risultati dello studio, la media di CO2eq di una dieta secca per 1000kcal è di 4,25kg e di una dieta umida di 33,56 kg. Questo cane medio sarebbe responsabile di 828,37kg di CO2eq all'anno se consumasse diete secche o di 6.541kg di CO2eq all'anno se consumasse diete umide.

Per rendere più chiaro l'impatto ambientale annuale della dieta del cane preso come esempio, si può considerare che l'emissione nell'ambiente di 1000kg di CO2 equivale a 3300 kilometri percorsi con un'auto a benzina, equivale ad un tragitto in volo da Francoforte a New York, oppure equivale al consumo di 8800 tazze di caffè. Quindi, un cane di 10kg che segue per un anno una dieta commerciale umida, è responsabile delle stesse emissioni di CO2eq necessarie per effettuare più di 3 voli di andata e ritorno tra Francoforte a New York.

Molti fattori possono influenzare la sostenibilità di una dieta casalinga, tra cui la scelta degli ingredienti, la composizione degli ingredienti, la digeribilità e la percentuale di inclusione degli ingredienti. A volte la scelta degli ingredienti viene effettuata prendendo in considerazione le preferenze del proprietario anziché solo la composizione nutrizionale, il che può portare a prediligere ingredienti la cui produzione può avere un maggiore impatto sull'ambiente.

In tema di sostenibilità del sistema pet food, le proteine animali sono quasi sempre al centro dell'attenzione. Le proteine animali solitamente hanno emissioni di CO2eq più elevate rispetto alle proteine vegetali. Tuttavia, poiché la scelta di proteine animali è sempre obbligata quando si parla di alimentazione del cane e del gatto, non bisogna mai dimenticare che esistono fonte proteiche di origine animali più sostenibili di altre.

Più volte noi di MyVetDiet ci siamo interrogati su quali potrebbero essere le diete più sostenibili o le fonti proteiche con il minor impatto ambientale. Ad esempio, nell'articolo Quante diete casalinghe sostenibili per il nostro Pianeta vengono formulate? viene evidenziato come utilizzare come fonte proteica la carne di pollame sia molto più sostenibile che utilizzare come fonte proteica la carne bovina. Mentre nell'articolo Utilizzare il pesce come fonte proteica è più sostenibile per il nostro pianeta? viene mostrato come utilizzare il merluzzo o il nasello come fonte proteica sia ancora più sostenibile rispetto all'uso della carne di pollame.

BIBLIOGRAFIA:
Vivian Pedrinelli, Fabio A. Teixeira, Mariana R. Queiroz & Marcio A. Brunetto. Environmental impact of diets for dogs and cats. https://www.nature.com/scientificreports Article number: 18510 (2022) - Articolo open access reperibile al link: https://www.nature.com/articles/s41598-022-22631-0


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